I Salmi. Nella Scrittura il libro di preghiere dei Salmi attesta in modo splendido non soltanto la Parola che Dio vuole rivolgere a noi, ma soprattutto quella che l’uomo intende rivolgere a Dio, in un dialogo autenticamente divino-umano di reciproco ascolto, di supplica e di lode, di richiesta e di ringraziamento.
Il libro dei Salmi è testimonianza di un’esperienza umana quotidiana, del suo respiro di gioia e dolore, di bellezza e amarezza della vita; essi sono “canto di ogni giorno e canto per ogni giorno” come erano definiti dal saggio ebreo Rabbi Aquiba, contemporaneo alla primissima epoca cristiana.
Nati dalla fede e pregati nella fede, “i Salmi chiedono di uscire dagli spazi sacri, di ritornare nel rumore delle città, di essere ascoltati e forse anche pronunciati da chi sente Dio lontano o da chi addirittura nemmeno lo conosce. Il libro dei Salmi è dunque di tutti coloro che riflettono sul mistero dell’esistere e del morire, che sperano e si indignano, insomma, che vivono da uomini”[1].
[1] D. M. Turoldo – G. Ravasi, “Lungo i fiumi …”. I Salmi, San Paolo, 2015, p. 12