In questo tempo, dai toni spesso drammatici, in cui si può rischiare di perdere la speranza, papa Francesco verrà il prossimo 18 maggio a confermare alla Chiesa di Verona e alla città di Romeo e Giulietta la promessa che ci dice la Parola di Dio: “Giustizia e pace si baceranno”.
Vescovo Domenico
Il salmo 85, noto per l’affascinante espressione “Giustizia e pace si baceranno”(Sal 85,11b), nasce dell’esperienza umana del perdono, tanto necessaria al cuore dell’uomo e fondamentale nella storia di salvezza per dare un futuro al popolo.
La riconciliazione con Dio è compresa come una realtà totalizzante, che abbraccia non solo una storia di relazioni ferite, ma si riflette anche sulla terra stessa che ritorna a dare frutti buoni. Nell’esegesi tradizionale la situazione originaria del salmo è stata individuata nel contesto della festa del raccolto, più precisamente esso sarebbe nato come una supplica per invocare il dono della pioggia e la prosperità del suolo[1].
Certamente, come ogni salmo, attraverso la ricchezza del simbolismo, il testo si eleva dagli elementi materiali verso quelli spirituali: come la pioggia per la terra la feconda e le fa produrre i suoi frutti, così l’esperienza del perdono divino è riconosciuta essenziale e vitale per l’esistenza dell’umano.
Da questa prospettiva il salmo può essere considerato nelle sue due parti: dopo il titolo (v. 1), la prima parte tra i versetti 2-8 presenta la novità del perdono divino, fonte di vita rinnovata per il popolo; la seconda parte tra i versetti 9-14 descrive più precisamente i frutti della riconciliazione tra Dio e l’umanità.
[1] Cf. S. Mowinckel, The Psalm in Israel’ Worship, Londra, 1962; M. Dahood, Psalms, New York, 1966; E. Beaucamp, Le psautier, Paris, 1979.
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